top of page

QUANTO, COME, DOVE:

ANALISI COMPARATIVA INTERNAZIONALE DEI FONDI PER LA RICERCA UNIVERSITARIA.

ree

Più o meno la situazione è questa

Parte 1 di 2.



INDICE GENERALE

  1. 1. La ricerca universitaria in Italia: fondi e gestione  - parte 1

  2. Uno scenario europeo - parte 1

  3. Ranking Internazionali  - parte 1

  4. Il successo delle Università telematiche e il basso impatto sulla ricerca - parte 1

  5. Processi decisionali e sostenibilità del lavoro dei ricercatori  - parte 1

  6. Ecosistema economico e ricerca universitaria  - parte 1

  7. Metodi di finanziamento innovativi non presenti in Italia  - parte 2

  8. Analisi comparativa delle principali università  - parte 2

  9. Ricerca fondamentale vs ricerca applicata: organizzazione e finanziamento - parte 2

  10. Governance e gestione dei fondi per la ricerca: un'analisi comparativa - parte 2

  11. Il futuro del finanziamento della ricerca: tendenze emergenti e scenari - parte 2

  12. Conclusioni e raccomandazioni - parte 2


1. LA RICERCA UNIVERSITARIA IN ITALIA: FONDI E GESTIONE

1.1 Investimento complessivo

L'Italia ha investito circa l'1,31% del PIL in Ricerca e Sviluppo nel 2023 (1,48% nel 2022), un valore decrescente e significativamente inferiore alla media UE del 2,22%  e dell’area Euro del 2,25%, ancora lontano dall'obiettivo europeo del 3% fissato nella strategia Europa 2020 e con un divario record di 2,3 punti percentuali rispetto agli Stati Uniti. Questo ritardo è dovuto in parte alla piccola dimensione delle imprese italiane e alla loro scarsa presenza nei settori ad alta intensità di conoscenza, ma anche a parità di dimensione e settore, l’Italia continua comunque a investire meno in R&S.

Fonte: Eurostat. (2023). "R&D expenditure in the EU". https://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php?title=R%26D_expenditure



ree



1.2 Principali fonti di finanziamento

1.2.1 Fondi pubblici nazionali

*   Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO): €8,9 miliardi nel 2023

Fonte: Ministero dell'Università e della Ricerca. (2023). "Decreto Ministeriale n. 72 del 24 gennaio 2023 - FFO 2023". https://www.mur.gov.it/it/atti-e-normativa/decreto-ministeriale-n-72-del-24-01-2023

*   Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN): €741 milioni (bando 2022)

Fonte: Ministero dell'Università e della Ricerca. (2022). "Bando PRIN 2022". https://www.mur.gov.it/it/atti-e-normativa/decreto-direttoriale-n-104-del-02-02-2022

*   Fondo Ordinario per gli Enti di ricerca (FOE): €1,8 miliardi (2022)

Fonte: Ministero dell'Università e della Ricerca. (2022). "Decreto di riparto FOE 2022". https://www.mur.gov.it/it/atti-e-normativa/decreto-ministeriale-n-250-del-25-03-2022

1.2.2 Fondi europei

*   Horizon Europe (2021-2027): L'Italia ha ottenuto circa il 9% dei fondi allocati a Horizon Europe

Fonte: Commissione Europea. (2022). "Horizon Europe Dashboard". https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/portal/screen/opportunities/horizon-dashboard

*   Horizon 2020 (precedente programma): €4,1 miliardi ottenuti dall'Italia

Fonte: Commissione Europea. (2020). "Horizon 2020 in full swing - Three years on". https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/b2d78a84-6f63-11e8-9483-01aa75ed71a1

1.2.3 Fondi PNRR

*   Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: €11,44 miliardi per istruzione e ricerca.  Particolare attenzione alla Missione 4 “Semplificazione a sostegno della ricerca”

Fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze. (2021). "Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)". https://www.mef.gov.it/focus/Il-Piano-Nazionale-di-Ripresa-e-Resilienza-PNRR/

1.2.4 Fondi privati

*   Investimenti da imprese: Circa il 0,9% del PIL (2022)

Fonte: ISTAT. (2023). "Rapporto sulla spesa in R&S delle imprese". https://www.istat.it/it/archivio/277789

*   Fondazioni bancarie: €137 milioni nel 2022 per ricerca e istruzione superiore

Fonte: ACRI. (2023). "Rapporto annuale sulle Fondazioni di Origine Bancaria - XXVIII Rapporto". https://www.acri.it/pubblicazioni/rapporto-annuale/ 



1.3 Struttura di gestione dei fondi

1.3.1 Decisori a livello centrale

*   Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR): Definisce criteri di ripartizione del FFO

Fonte: Ministero dell'Università e della Ricerca. (2023). "Decreto criteri di ripartizione FFO 2023". https://www.mur.gov.it/it/atti-e-normativa/decreto-ministeriale-n-581-del-24-04-2023

*   Agenzia Nazionale di Valutazione (ANVUR): Conduce la VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca

)Fonte: ANVUR. (2022). "Rapporto finale VQR 2015-2019". https://www.anvur.it/attivita/vqr/vqr-2015-2019/

 

1.3.2 Decisori a livello locale

*   Atenei: Autonomia nella ripartizione interna dei fondi secondo logiche proprie

Fonte: CRUI (2022). "Indagine sui modelli di allocazione interna delle risorse negli atenei". https://www.crui.it/pubblicazioni.html

Tabella - Finanziamento del settore privato come percentuale del finanziamento totale della scienza (2017)

Paese

% PIL in R&S

Quota settore privato (%)

Corea

4,3

78,2

Israele

4,2

84,7

Giappone

3,4

77,8

Germania

2,9

67,7

USA

2,7

71,5

Francia

2,3

63,6

Italia

1,4

55,2 (≈ 55)


Fonti

URL diretto al documento

R&I Observatory – Horizon 2020 Policy Support Facility. “Private Sector Funding as a Percentage of all Science Funding (2017)”, in World Bank, Comparative Study of Research Funds, 2023, p. 13.

ISTAT. Ricerca e sviluppo in Italia – Anni 2017-2019, Comunicato stampa del 9 settembre 2019, tav. 21.3.

Tabella - Principali Agenzie di Finanziamento della Ricerca in Italia

Agenzia/Fondo

Tipo di finanziamento

Budget annuale (approssimativo)

Focus principale

Fonte

MUR (PRIN)

Competitivo/progetti

€ 30 mil (statale 2024), integrati con € 420 mil PNRR → Totale € 450 mil

Ricerca di base e applicata

CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche)

Istituzionale/progetti

€ 2 178 mil (2023)

Multidisciplinare

INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare)

Istituzionale

€ 532 mil (2023)

Fisica nucleare e particellare

ENEA

Istituzionale/progetti

~€ 600 mil (2023: PA ~€ 400 mil + progetti competitivi ~€ 200 mil)

Energia, ambiente, tecnologia

Fondazioni bancarie

Competitivo

€ 1 048 mil (2023), di cui ~10–15 % (∼€ 100–150 mil) dedicati a ricerca

Vari settori, inclusi sociali

PNRR (Missione 4 – R&S)

Competitivo

Totale € 12 920 mil (di cui € 420 mil PRIN; € 12 500 mil per altri bandi e infrastrutture di R&S)

Transizione ecologica e digitale

“Almost € 13 billion will go to research”, Nature 15 Feb 2022: https://www.nature.com/articles/d41586-022-00475-z

 

Note:

  • La Componente “Ricerca e sviluppo” di Missione 4 ammonta a € 12 920 mil complessivi, di cui € 420 mil sono destinati al bando PRIN PNRR, mentre i restanti € 12 500 mil finanziano partnership estese, centri nazionali, infrastrutture di ricerca e altri bandi PNRR dedicati alla R&S




 

Tabella – Diagnosi dello stato al 2021 in Italia

Indicatore (2018-20)

Valore Italia

Nota significativa

Spesa pubblica e privata in R&S

25,2 mld € (+6 % sul 2017)

In rapporto al PIL la quota resta “sostanzialmente stazionaria” ​

Distribuzione territoriale

68 % della spesa in 5 regioni (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto)

Forte divario Nord-Sud ​

Composizione della spesa

Ricerca applicata 42 %; sviluppo sperimentale 35,7 %; ricerca di base 22,2 %

Ricerca di base minoritaria ​

Personale R&S

526 620 addetti (+9,1 %) di cui 31,8 % donne

Crescita femminile più lenta (+7,2 %) ​

Successo in Horizon 2020

Italia ottiene l’8,7 % dei fondi a fronte di un contributo del 12,5 % al bilancio

Tasso di successo 7,5 % vs 13 % media UE ​

Brevetti depositati (2018)

4 399

Lontanissima da Germania (26 734) e Francia (10 317) ​

Fonte: Ricerca e sviluppo: quale futuro per l’Italia? – Contributo del Gruppo di lavoro di alto livello della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO (20 aprile 2021)

https://www.unesco.it/wp-content/uploads/2021/04/Gruppo-di-lavoro-Ricerca-e-Sviluppo-20.04.20211.pdf

In alternativa, la pagina di presentazione sul sito del Consorzio CINI (con link al PDF) è disponibile qui:

https://www.consorzio-cini.it/index.php/it/labaiis-home/labaiis-news/1756-ricerca-e-sviluppo-quale-futuro-per-l-italia  

Tabella – Quattro aree tematiche e raccomandazioni chiave

Area

Criticità evidenziate

Principali proposte

Università e Ricerca

• Rapporto docenti/studenti fra i peggiori in Europa.

• Piano di assunzione 25 000 nuovi ricercatori (5 000/anno) e più dottorati.

• Rigidità amministrative e contrattuali.

• Ridurre carichi didattici iniziali; contratti più flessibili (modello “tempo parziale” anglosassone).


• Eccesso di burocrazia che sottrae tempo alla ricerca.

• Digitalizzare uffici e potenziare grant-&-tech-transfer offices. ​


Finanziamenti alla ricerca

Sotto-finanziamento cronico (0,5 % PIL pubblico).

• +1 mld €/anno per 5 anni (tot. 15 mld) per arrivare allo 0,75 % PIL (livello Francia).

• 3 mld a PRIN “modellati sugli ERC” con peer review trasparente.



• 8 mld a infrastrutture di ricerca competitive e aperte.



• Cabina di regia nazionale per indirizzi strategici, evitando frammentazione. ​



Scienza e Tecnologia

Basso trasferimento tecnologico; norme pubblicistiche rigide; carenza di investimenti privati.

• Riformare il Codice dei contratti pubblici per R&S.

• Fondi pubblici “pre-seed” per alzare il Technology Readiness Level delle invenzioni.



• Cluster e laboratori congiunti pubblico-impresa sul modello Fraunhofer; dottori di ricerca nella dirigenza aziendale. ​



Scienza e Società

Debole cultura scientifica; movimenti anti-science; disuguaglianze di genere.

• Valorizzare il public engagement nella carriera accademica.

• Formazione alla comunicazione scientifica e al critical thinking fin dalla scuola.



• Percorsi STEM per bambine e sostegni alla conciliazione vita-lavoro. ​



Fonte: Ricerca e sviluppo: quale futuro per l’Italia? – Contributo del Gruppo di lavoro di alto livello della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO (20 aprile 2021)

1.3.3 Riforma per i fondi PNRR

Missione 4 del  "Semplificazione a sostegno della ricerca". Ecco i punti principali:

  1. Contesto e obiettivi:

    • Il PNRR richiede una riforma dei procedimenti amministrativi per rispettare le scadenze entro il 2026

    • Le riforme mirano a semplificare le procedure e facilitare la mobilità nel settore della ricerca

    • È parte della strategia per un'Europa a impatto climatico zero entro il 2050

  2. Riforme istituzionali principali:

    • Istituzione del Comitato Nazionale per la Valutazione della Ricerca (CNVR) che sostituisce il CNGR

    • Il CNVR include 15 studiosi di elevata qualificazione scientifica da vari enti e organizzazioni

    • Ridimensionamento dei compiti dell'ANVUR nella valutazione dell'impatto della ricerca

  3. Finanziamenti e valutazione:

    • Riforma del Fondo per gli Investimenti nella Ricerca Scientifica e Tecnologica (FIRST)

    • Incremento di fondi: 5 milioni per il 2021 e 20 milioni annui dal 2022

    • Autorizzazione all'assunzione di 69 nuove unità di personale al MUR

  4. Nuovi processi di valutazione articolati in tre fasi:

    • Valutazione ex-ante (preventiva) per l'ammissibilità della concessione

    • Valutazione tecnico-scientifica in itinere con verifiche amministrativo-contabili

    • Monitoraggio in itinere ed ex-post per valutare l'impatto sociale ed economico

  5. Decreto sulla mobilità:

    • Ampliamento delle possibilità di chiamata diretta nelle università

    • Nuove procedure per la mobilità tra università, enti di ricerca e aziende

    • Possibilità per gli EPR di bandire procedure selettive per la copertura di ruoli di ricerca

Queste riforme sono state implementate principalmente attraverso i decreti legge 77/2021, DM 1314/2021 e DM 1004/2021, con l'obiettivo di accelerare l'innovazione e la ricerca in linea con gli obiettivi europei di sviluppo sostenibile.

Fonte: Italia Domani – Missione 4 “Semplificazione a sostegno della ricerca”, https://lineaamica.gov.it/

 

1.3.4. VQR: la valutazione della ricerca nelle università italiane

La VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca) è un esercizio di valutazione sistematica condotto dall'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) che esamina e misura la qualità della produzione scientifica delle istituzioni di ricerca italiane.

Caratteristiche principali

  • Periodicità: Finora sono stati condotti tre esercizi VQR (2004-2010, 2011-2014, 2015-2019)

  • Istituzioni valutate: Università statali e non statali, enti pubblici di ricerca vigilati dal MUR e istituzioni che si sottopongono volontariamente alla valutazione

  • Oggetto della valutazione: Prodotti della ricerca (articoli scientifici, monografie, brevetti, ecc.) e, dal 2015-2019, anche attività di Terza Missione

Scopi e utilizzo

La VQR ha diversi obiettivi e i suoi risultati vengono utilizzati per:

  1. Distribuzione dei fondi: I risultati influenzano la ripartizione dell'80% della parte premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) alle università

  2. Identificazione dei dipartimenti d'eccellenza: Serve a selezionare i dipartimenti che possono competere per ottenere finanziamenti straordinari quinquennali secondo la Legge 232 del 2016

  3. Autovalutazione: Permette alle istituzioni di misurare la propria produzione scientifica rispetto al panorama nazionale

  4. Politiche di ricerca: Fornisce dati utili per elaborare strategie di sviluppo della ricerca a livello nazionale

Metodologia

  • Valutazione dei prodotti: Nella VQR 2015-2019, è stata adottata la "peer-review informata", ovvero una revisione da parte di esperti supportata, ove appropriato, da indicatori bibliometrici

  • Gruppi di Esperti della Valutazione (GEV): La valutazione è condotta da panel di esperti per ciascuna area disciplinare, selezionati tramite procedura pubblica

  • Classificazione: I prodotti vengono classificati in categorie di merito (nella VQR 2015-2019: Eccellente ed estremamente rilevante, Eccellente, Standard, Rilevanza sufficiente, Scarsa rilevanza o non accettabile)

  • Indicatori: Vengono calcolati vari indicatori (IRAS1, IRAS2, ecc.) che misurano la qualità della ricerca in vari profili (personale permanente, neoassunti, ecc.)

 

1.3.5 Sintesi del Rapporto VQR 2015-2019: Valutazione della Qualità della Ricerca in Italia

Il documento presenta i risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) per il periodo 2015-2019, che ha coinvolto 98 università, 14 enti pubblici di ricerca e 22 istituzioni volontarie, con circa 65.000 ricercatori accreditati e 182.648 prodotti scientifici valutati.

Principali caratteristiche e innovazioni della VQR 2015-2019

  1. Metodologia: Introduzione della "peer-review informata" da indicatori bibliometrici come metodo valutativo principale, sostituendo l'approccio più automatizzato della VQR precedente.

  2. Flessibilità nel conferimento: Le istituzioni potevano presentare fino a 4 prodotti per ricercatore, con un totale pari al triplo del numero dei ricercatori afferenti all'istituzione.

  3. Classificazione dei prodotti: I prodotti sono stati classificati in 5 categorie: Eccellente ed estremamente rilevante (punteggio 1), Eccellente (0,8), Standard (0,5), Rilevanza sufficiente (0,2), Scarsa rilevanza o non accettabile (0).

  4. Valutazione della Terza Missione: Per la prima volta è stata valutata sistematicamente la Terza Missione delle istituzioni (attività di public engagement, trasferimento tecnologico, impatto sociale).

  5. Profili di qualità: Sono stati definiti quattro profili di qualità: a) personale permanente; b) politiche di reclutamento; c) formazione alla ricerca; d) attività di valorizzazione della ricerca.

Risultati principali e dati significativi

Distribuzione dei prodotti per classe di merito

  • Eccellente ed estremamente rilevante: 25,78%

  • Eccellente: 38,89%

  • Standard: 27,01%

  • Rilevanza sufficiente: 6,19%

  • Scarsa rilevanza: 2,13%

La concentrazione nelle classi di merito superiori riflette probabilmente la possibilità di selezionare strategicamente i migliori prodotti per ciascun ricercatore

.

Confronto tra profili di reclutamento e personale permanente

Un dato particolarmente rilevante è che i ricercatori neo-assunti o che hanno avuto un avanzamento di carriera nel periodo 2015-2019 (profilo b) hanno mediamente ottenuto valutazioni superiori rispetto al personale rimasto nella stessa posizione (profilo a). Questo è un segnale positivo per le politiche di reclutamento del sistema universitario italiano.

Differenze di genere

Le donne rappresentano solo il 38,03% dei ricercatori valutati, con una marcata sottorappresentazione nelle posizioni apicali.

Differenze geografiche

I risultati mostrano persistenti disparità tra istituzioni del Nord, Centro e Sud, anche se con segnali di lieve miglioramento. La Tabella 6.32 mostra la distribuzione geografica dei casi di studio in Terza Missione:

  • Nord: 41,30% dei casi di studio totali

  • Centro: 28,91%

  • Sud e Isole: 29,78%

Il Nord mostra una maggiore concentrazione nelle attività di public engagement (30,53%) e strutture di intermediazione e trasferimento tecnologico (13,16%), mentre il Sud ha una proporzione maggiore nella produzione e gestione di beni artistici e culturali (15,33%).

Terza Missione

Dei 676 casi di studio conferiti, la distribuzione per campo d'azione mostra:

  • Attività di Public engagement: 32,84%

  • Strutture di intermediazione e trasferimento tecnologico: 11,09%

  • Produzione di beni pubblici di natura sociale ed educativa: 9,76%

  • Produzione e gestione di beni artistici e culturali: 8,43%

  • Sperimentazione clinica e tutela della salute: 8,14%

Lo scarso interesse per gli "Strumenti innovativi a sostegno dell'Open science" (solo 1,04%) suggerisce un'area di potenziale sviluppo futuro.



2. UNO SCENARIO EUROPEO

2.1 Un confronto europeo
Tabella EU vs Mondo - Spesa interna lorda in R&S, 2013-2023 (%, rispetto al PIL)
ree
Tabella Confronto EU - % Budget allocato in R&D (non solo alle università)
ree

Tabella Confronto EU - Come è distribuito il budget in R&D
ree
Tabella – Confronto tra sistemi di finanziamento della Ricerca (Italia vs altri Paesi europei)

Caratteristica

Italia

Germania

Francia

Regno Unito (UK)

% del PIL in R&S (GERD/GDP)

1,45 % (2021)

3,13 % (2021)

2,22 % (2021)

~1,70 % (2019–2021)

- OECD MSTI Database, marzo 2024: “Italy’s GERD-to-GDP ratio was 1.45 % in 2021”

- OECD MSTI Database, marzo 2024: “Germany’s GERD-to-GDP ratio was 3.13 % in 2021”

- OECD MSTI Database, marzo 2024: “France’s GERD-to-GDP ratio was 2.22 % in 2021”

- Cambridge Industrial Innovation Policy (2022): “The UK’s GERD as a share of GDP was thought for many years to be around 1.7 %”



Quota finanziamento istituzionale

~80 % (FFO non vincolato 2022)

~70 % (istituzionale ≈ 69,7 %)

~60 % (istituzionale ≈ 60 %)

~30 %

- Ministero dell’Università e della Ricerca, Comunicazione 28/07/2022: “la parte di risorse non vincolate (…) corrisponde a circa l’80 %”

- DFG Funding Atlas 2024: “The share of funding provided by the DFG was 30.3 % in 2022” (competitivo) ⇒ istituzionale ≈ 69,7 %

- ANR Annual Report 2022: “bandi competitivi ≈ 40 % del totale €1,2 mld” ⇒ istituzionale ≈ 60 %

- UKRI “Competitive funding decisions” dashboard 2021–22: bandi competitivi escludono block grants e QR funding ≈ 30 %



Quota finanziamento competitivo

~20 % (FFO vincolato 2022)

~30 % (DFG progetti competitivi)

~40 % (ANR call competitivi)

~70 % (grant awards 2021–22)

- MUR, FFO non vincolato ~80 % ⇒ competitivo ~20 %

- DFG Funding Atlas 2024: “The share of funding provided by the DFG was 30.3 % in 2022”

- ANR Annual Report 2022: “bandi competitivi ≈ 40 % del totale €1,2 mld”

- UKRI Annual Report 2021–22: “competitive grant awards represent ~70 % of total commitments”



Principale ente di coordinamento

MUR – Ministero dell’Università e della Ricerca

DFG – Deutsche Forschungsgemeinschaft

ANR – Agence Nationale de la Recherche

UKRI – UK Research and Innovation


Focus sul trasferimento tecnologico

Moderato

Forte

Forte

Molto forte

- Global Innovation Index 2023, WIPO: “Italy ranks mid-table on the Knowledge Impact pillar”

- Global Innovation Index 2023, WIPO: “Germany among top 20 for University–industry collaboration”

- Global Innovation Index 2023, WIPO: “France among leaders in Business–science linkages”

- Global Innovation Index 2023, WIPO: “UK 12th globally for University–industry R&D collaboration (score 82.0)”



Integrazione università–industria

Debole

Forte

Moderata

Forte

- Global Innovation Index 2023, WIPO: “Italy ranks 35th on the Collaboration indicator”

- Global Innovation Index 2023, WIPO: “Germany 8th on University–industry collaboration”

- Global Innovation Index 2023, WIPO: “France 11th on University–industry collaboration”

- Global Innovation Index 2023, WIPO: “UK 12th on University–industry R&D collaboration”




2.2 Futuro dei finanziamenti alla ricerca nell'UE

 "Cosa serve alla ricerca europea" pubblicato da Science Europe, propone una serie di raccomandazioni concrete in risposta ai rapporti pubblicati da Enrico Letta ("Molto più di un mercato", aprile 2024), Mario Draghi ("Futuro della competitività europea", settembre 2024) e dal gruppo di esperti sulla valutazione intermedia di Horizon Europe ("Allineare, agire, accelerare", settembre 2024).

In particolare, Science Europe evidenzia la necessità di:

  1. Garantire un investimento sostanziale di almeno 200 miliardi di euro per il PQ10, con fondi vincolati esclusivamente ai programmi di ricerca e innovazione. Questo è particolarmente importante alla luce dei tagli al budget di Horizon Europe a favore di altre iniziative come la ricerca sulla difesa e la piattaforma Strategic Technologies for Europe.

  2. Mantenere la struttura a quattro pilastri di Horizon Europe, preservando strumenti di comprovata efficacia come il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) e le Azioni Marie Skłodowska-Curie, garantendo al contempo l'indipendenza dell'ERC che è fondamentale per il suo successo.

  3. Bilanciare strategicamente gli investimenti tra diversi livelli di maturità tecnologica (TRL). Il documento sottolinea che le innovazioni dirompenti possono emergere a tutti i livelli di ricerca, inclusa quella fondamentale, e che è necessario garantire finanziamenti adeguati per la ricerca bottom-up.

  4. Proseguire con la semplificazione amministrativa, ponendo al centro del processo di candidatura le esigenze dei richiedenti. L'UE dovrebbe evitare di aggiungere criteri o obiettivi non direttamente rilevanti per la ricerca o che limitano la forza dirompente della ricerca guidata dalla curiosità.

  5. Implementare strategie efficaci per migliorare la capacità di R&I europea in tutto il territorio, mantenendo gli attuali schemi di ampliamento e integrandoli con iniziative dedicate alla formazione nella gestione della ricerca e programmi per migliorare la mobilità dei ricercatori.

  6. Mantenere la dimensione internazionale della ricerca, nonostante l'incertezza geopolitica e le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza della ricerca, assicurando che i futuri programmi siano strutturati in modo da non escludere la partecipazione di paesi partner affini.



2.3 Futuro dei finanziamenti alla ricerca nell'UE

 "Cosa serve alla ricerca europea" pubblicato da Science Europe, propone una serie di raccomandazioni concrete in risposta ai rapporti pubblicati da Enrico Letta ("Molto più di un mercato", aprile 2024), Mario Draghi ("Futuro della competitività europea", settembre 2024) e dal gruppo di esperti sulla valutazione intermedia di Horizon Europe ("Allineare, agire, accelerare", settembre 2024).

In particolare, Science Europe evidenzia la necessità di:

  1. Garantire un investimento sostanziale di almeno 200 miliardi di euro per il PQ10, con fondi vincolati esclusivamente ai programmi di ricerca e innovazione. Questo è particolarmente importante alla luce dei tagli al budget di Horizon Europe a favore di altre iniziative come la ricerca sulla difesa e la piattaforma Strategic Technologies for Europe.

  2. Mantenere la struttura a quattro pilastri di Horizon Europe, preservando strumenti di comprovata efficacia come il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC) e le Azioni Marie Skłodowska-Curie, garantendo al contempo l'indipendenza dell'ERC che è fondamentale per il suo successo.

  3. Bilanciare strategicamente gli investimenti tra diversi livelli di maturità tecnologica (TRL). Il documento sottolinea che le innovazioni dirompenti possono emergere a tutti i livelli di ricerca, inclusa quella fondamentale, e che è necessario garantire finanziamenti adeguati per la ricerca bottom-up.

  4. Proseguire con la semplificazione amministrativa, ponendo al centro del processo di candidatura le esigenze dei richiedenti. L'UE dovrebbe evitare di aggiungere criteri o obiettivi non direttamente rilevanti per la ricerca o che limitano la forza dirompente della ricerca guidata dalla curiosità.

  5. Implementare strategie efficaci per migliorare la capacità di R&I europea in tutto il territorio, mantenendo gli attuali schemi di ampliamento e integrandoli con iniziative dedicate alla formazione nella gestione della ricerca e programmi per migliorare la mobilità dei ricercatori.

  6. Mantenere la dimensione internazionale della ricerca, nonostante l'incertezza geopolitica e le crescenti preoccupazioni sulla sicurezza della ricerca, assicurando che i futuri programmi siano strutturati in modo da non escludere la partecipazione di paesi partner affini.

2.4 Confronto tra alcuni paesi europei.


Tabella Confronto su investimenti in R&S, totale fondi, decisori principali, programmi distintivi, sostenibilità dei ricercatori

Voce

Germania

Regno Unito

Francia

Svizzera

Svezia

Italia

Investimento in R&S (% PIL)

3,13% (2022)

2,77% (2022)

2,18% (2022)

3,36% (2021)

3,42% (2021)

1,45% (2022)

Totale fondi R&S

€121,4 miliardi

£70,7 miliardi

€57,4 miliardi

CHF 24,6 miliardi

SEK 203,7 miliardi

€27,5 miliardi

HERD (valuta + % GERD)

€21 miliardi (17,3%)

£16,3 miliardi (23%)

€15 miliardi (26%)

CHF 6,4 miliardi (26%)

SEK 36 miliardi (17,7%)

€6,6 miliardi (24%)

HERD in euro

€21 miliardi

€18,9 miliardi

€15 miliardi

€6,6 miliardi

€3,13 miliardi

€6,6 miliardi

Decisori principali

DFG, BMBF

UKRI, Research England

ANR, CNRS

FNS, Innosuisse

VR, Vinnova, Forte, Formas

MUR, CNR, INFN, ENEA

Programma distintivo

Excellence Strategy: cluster e università di eccellenza finanziati con €533M/anno

REF – Research Excellence Framework: valutazione nazionale triennale della qualità della ricerca universitaria

France 2030: investimento di €54 miliardi in settori strategici per rafforzare la competitività scientifica e tecnologica

NCCR – National Centres of Competence in Research: programmi tematici strategici promossi dal Fondo Nazionale Svizzero

Centri di Eccellenza del Consiglio Svedese della Ricerca (2024–2028)

Dipartimenti di Eccellenza (2023–2027): 180 dipartimenti selezionati con fondi dedicati a potenziare ricerca e didattica universitaria


 

 


 

Investimento in "Cluster of Excellence" per tecnologie future

 


 

 

 

 

 


Sistema accademico

Tenure universitaria; valutazione DFG e concorsi federali

No tenure; carriera permanente soggetta a REF

Concorsi pubblici e posizioni permanenti (CNRS, università)

Tenure-track altamente competitivo e internazionale

Tenure-track verso professore associato; valutazione nazionale

Concorsi pubblici, tenure-track in espansione in alcune università

Fonti principali



 


 


 


 


 


 


 

 

 

 

 





3. RANKING INTERNAZIONALI

3.1 Giudizi complessivi sugli atenei


Tabella – Le prime 10 università italiane nei rankings internazionali

Ateneo

QS 2025

THE 2025

CWUR 2024

Sapienza Università di Roma

132°

185°¹

124°²

Politecnico di Milano

111°

201–250³

186°²

Università di Bologna

133°

146°¹

201°²

Università di Padova

236°

201–250³

173°²

Politecnico di Torino

241°

401–500³

245°²

Università degli Studi di Milano

285°⁴

301–350³

186°²

Università di Trento

301–350⁴

301–350³

301°²

Università di Pisa

351–400⁴

351–400³

288°²

Università di Firenze

351–400⁴

351–400³

267°²

Università di Genova

401–450⁴

351–400³

286°²

Note: ¹ Times Higher Education World University Rankings 2025 – Overall

² Center for World University Rankings 2024

³ Times Higher Education World University Rankings 2025 – Subject Tables

⁴ QS World University Rankings 2025


3.2 Eccellenze dipartimentali

Tabella – Eccellenze dipartimentali secondo i ranking internazionali

Dipartimento / Area

Ateneo

Ranking & Posizione

Classics & Ancient History

Sapienza Università di Roma

1° al mondo (QS Subject 2025)

Archaeology

Sapienza Università di Roma

11° al mondo (QS Subject 2025)

Engineering & Technology

Politecnico di Milano

111° al mondo (QS 2025)

Computer Science

Politecnico di Milano

101–150 (QS Subject 2025)

Business & Management (MBA)

SDA Bocconi

3° al mondo, 2° in Europa (Financial Times 2024)

Politics & Intl. Studies

LUISS Guido Carli

25° al mondo (QS Subject 2025)

Medicine

Università di Bologna

51–100 (QS Subject 2025)

Physics & Astronomy

Sapienza Università di Roma

101–150 (QS Subject 2025)

Mathematics

Università di Pisa

101–150 (QS Subject 2025)

Life Sciences & Biotech

Università degli Studi di Milano

101–150 (QS Subject 2025)


4 Il successo delle università telematiche e il basso impatto sulla ricerca


L’ANVUR, nell’ambito del II ciclo di Accreditamento Periodico (AVA 2024), ha stilato una graduatoria delle università telematiche basata su indicatori strutturali, didattici e di ricerca.

Nonostante la crescita numerica significativa (11,5% degli studenti totali), il rapporto ANVUR evidenzia forti criticità nella qualità delle università telematiche, esplicitate nei giudizi ufficiali del ciclo di accreditamento periodico 2014-2023 su 11 università telematiche valutate:

·        1 università (9,1%) ha ottenuto un giudizio "Pienamente soddisfacente".

·        8 università (72,7%) hanno ottenuto il giudizio "Soddisfacente" (livello accettabile ma con margini di miglioramento obbligatori).

·        2 università (18,2%) hanno ricevuto il giudizio "Condizionato", evidenziando criticità rilevanti, necessità di interventi urgenti e rischio di revoca dell'accreditamento in caso di mancati miglioramenti.

I giudizi disponibili sono strutturati in quattro livelli:

 

Livello

Giudizio

Esito

A - tel

molto positivo

accreditamento periodico di validità quinquennale

B - tel

pienamente soddisfacente

accreditamento periodico di validità quinquennale

C - tel

soddisfacente

accreditamento periodico di validità quinquennale

D - tel

condizionato

accreditamento temporalmente vincolato che, in caso di mancato superamento delle riserve segnalate entro il termine stabilito al momento della valutazione, comporta lo stesso esito del giudizio “insoddisfacente”

Fonte: https://www.mim.gov.it/-/autovalutazione-valutazione-accreditamento-iniziale-e-periodico-delle-sedi-e-dei-corsi-di-studio

 

Tabella - Classifica 2025 con il “Giudizio ANVUR” 

Posizione

Ateneo Telematico

Giudizio ANVUR

1

Università Telematica Internazionale Uninettuno

Btel

2

Università Telematica “eCampus”

Ctel

3

Università Telematica “Unimarconi”

Ctel

4

Università Telematica “San Raffaele”

Ctel

5

Università Telematica “Pegaso”

Ctel

6

Università Telematica “Mercatorum”

Ctel

7

Università Telematica “Unitelma Sapienza”

Ctel

8

Università Telematica “Unifortunato”

Ctel

9

Università Telematica “Unicusano”

Ctel

10

Università Telematica “IUL”

Dtel

11

Università Telematica “UniDav”

Dtel

La concentrazione prevalente sul giudizio "Soddisfacente" o inferiore conferma le perplessità sulla qualità didattica e scientifica di queste istituzioni, la cui espansione potrebbe generare numerosi laureati con formazione non adeguatamente competitiva e scarsamente orientati alla ricerca.




5. PROCESSI DECISIONALI E SOSTENIBILITÀ DEL LAVORO DEI RICERCATORI

5.1 Processi decisionali per l'allocazione dei fondi

5.1.1 Italia

*   Decisore principale: Ministero dell'Università e della Ricerca per FFO e PRIN

*   Processo: *   Allocazione basata su costi standard e premialità VQR, generalmente in rapporto 80% / 20% ma può variare annualmente.

*   Criticità: Centralizzazione delle decisioni e limitata autonomia degli atenei

Fonte: ANVUR. (2021). "Rapporto Biennale ANVUR 2023". https://www.anvur.it/it/dati-e-pubblicazioni/rapporto-biennale

5.1.2 Modelli internazionali
Tabella – Confronto europeo

Paese

Autonomia Universitaria

Governance Interna

Tendenze Aziendali/Manageriali

Italia

Storicamente molto centralizzato. Dal 1989 concessa autonomia gestionale, dal 1993 finanziaria, dal 1997 didattica. Tuttavia la Legge 240/2010 ("riforma Gelmini") ha ridotto l'effettiva autonomia, imponendo rigide regole statali su organi e funzionamento interno.

Rafforzato il ruolo del Rettore (eletto tra i professori ordinari, mandato unico di 6 anni). Potenziato il Consiglio di Amministrazione (con membri esterni). Ridimensionato il Senato Accademico, reso prevalentemente consultivo.

Tentativo di managerializzazione con forte rigidità statale. Governance "omogeneizzata" e "guidata", senza reale competizione.

Regno Unito

Storicamente altissima autonomia. Stato riorganizza finanziamenti e impone logiche di mercato, ma non limita la libertà degli atenei.

Il Vice-Chancellor ha poteri manageriali ampi. Gli organi direttivi includono stakeholders esterni. Differenze tra ancient universities (Oxford, Cambridge), old universities (pre-1992) e new universities (post-1992).

Forte aziendalizzazione. Università gestite come imprese private. Dal Jarratt Report (1985) e Lambert Report (2003) gestione sempre più manageriale.

Olanda

Fino agli anni '70 sistema centralizzato. Con le riforme HOAK (1985) e MUB (1997) si afferma un modello basato sull'autonomia con controllo esterno (steering from a distance).

Introduzione del Supervisory Board (membri esterni, nominati dal governo). Il College van Bestuur (Executive Board) gestisce l'ateneo con ampi poteri. Poteri decisionali dei docenti ridotti.

Aziendalizzazione avanzata. Valutazione continua di ricerca e didattica. Forte accountability interna verso stakeholders ed esterna verso il governo.

Germania

Sistema federale: autonomia dipende dai singoli Länder. Dopo la Föderalismusreform (2006) i Länder acquisiscono piena competenza. Autonomia crescente ma non paragonabile al modello anglosassone.

Struttura duale: Consiglio di Università (Universitätsrat) con membri esterni, e Senato con potere scientifico e didattico ma ridotto peso decisionale. Rettorato rafforzato (Rettore/Presidente + Vicepresidenti).

Managerializzazione progressiva. Forte dipendenza da finanziamenti pubblici, ma crescente enfasi sulla valutazione e sulla competitività internazionale.

Francia

Storico centralismo statale. Con le leggi Faure (1968), Savary (1984) e Pécresse (2007) tentativi di aumentare autonomia, focalizzati soprattutto sull'aspetto finanziario.

Rafforzato il Président de l’Université. Il Conseil d'Administration assume più potere strategico. Dal 2013 (Loi Fioraso) tentativo di riequilibrio aumentando la rappresentanza studentesca e amministrativa.

Tendenze aziendalistiche più limitate rispetto a UK e Olanda. Forte permanenza del controllo statale, specie su personale e finanziamenti.

Spagna

Fase iniziale fortemente centralizzata (franchismo). Dopo la Costituzione del 1978 e la LRU (1983), autonomia agli atenei e alle Comunità autonome. Confermata e ampliata con la LOU (2001) e LOMLOU (2007).

Presenza obbligatoria di Consejo Social (stakeholders esterni), Claustro (assemblea universitaria) e Consejo de Gobierno. Rettore eletto direttamente o indirettamente secondo gli statuti.

Tentativi di apertura al mercato (strategia "Universidad 2015"). Promozione di legami con imprese e valorizzazione della responsabilità sociale universitaria.

Fonte: “Come cambia la governance. Università italiane ed europee a confronto” (Capano & Regini, CRUI, 2015) https://www.crui.it/images/allegati/pubblicazioni/2015/manoscritto_capano_regini_2015_04_1.pdf



5.1.4. Un Confronto con la Finlandia

Elemento

ITALIA (ANVUR)

FINLANDIA (FINEEC)

Anno di nascita

2006

2014

Dipendenza istituzionale

È un ente pubblico sotto vigilanza del Ministero dell’Università (MIUR).

È un ente pubblico indipendente, finanziato direttamente dal Parlamento finlandese.

Ambito di competenza

Solo l’università e la ricerca (non la scuola).

Tutto il sistema educativo: dall’infanzia all’università e all’educazione degli adulti.

Coinvolgimento degli attori

Limitato: docenti e studenti partecipano poco alla definizione dei criteri e dei metodi.

Esteso: università e studenti partecipano alla progettazione della valutazione, anche scegliendo i temi su cui farsi valutare.

Frequenza della valutazione

Periodica: es. VQR ogni 5-7 anni, cicli AVA per accreditamento corsi di studio.

Ogni 6 anni le università ricevono un audit completo.

Valutazione degli studenti

Presente: progetto TECO valuta le competenze trasversali e disciplinari.

Non esiste una valutazione sistematica degli studenti universitari.

Finalità principale percepita

Distribuire in modo “meritocratico” i fondi pubblici.

Migliorare il sistema educativo grazie al confronto e al supporto.

Rapporto con il Ministero

Coordinamento necessario, ma con limiti nell'autonomia.

Collaborazione trasparente e diretta, senza ingerenza nei criteri valutativi.

Impatto sulle risorse

Alta incidenza: fino al 30% dei fondi pubblici agli atenei è distribuito in base ai risultati delle valutazioni.

Le valutazioni influenzano i finanziamenti, ma con contratti quadriennali personalizzati tra ministero e ateneo.

Autonomia degli atenei

Limitata: i fondi vincolati sono aumentati nel tempo.

Elevata: gli atenei gestiscono in autonomia i fondi ricevuti.

Restituzione dei dati

Report destinati ad atenei e ministero. Uso crescente, ma percezione ancora parziale.

Report multilivello pubblici. I dati sono effettivamente utilizzati anche a livello politico.

Critiche interne

Molte: burocratizzazione, sovrapposizione tra valutazione e controllo, mancanza di visione pedagogica.

Nessuna critica sistemica rilevata. Alta fiducia nella valutazione come strumento di sviluppo.

Fonte: Eleonora Mattarelli e Silvia Zanazzi (2021) "La valutazione dei sistemi universitari: un confronto tra Italia e Finlandia" https://www.researchgate.net/publication/350156351_La_valutazione_dei_sistemi_universitari_un_confronto_tra_Italia_e_Finlandia

Legenda

Stakeholder = Tutti i soggetti coinvolti o interessati dal sistema universitario: docenti, studenti, mministratori universitari, ministeri, agenzie pubbliche, mondo del lavoro

Valutazione di sistema = Analisi strutturata di come funziona un intero sistema universitario (e non solo delle singole persone o corsi).

Audit = Processo sistematico e periodico di verifica della qualità, spesso da parte di un ente esterno.

AVA (Italia) = Sigla che sta per “Autovalutazione, Valutazione esterna, Accreditamento” – un ciclo imposto da ANVUR a ogni corso di studio universitario.

Enhancement-led evaluation (Finlandia) = Valutazione finalizzata a identificare margini di miglioramento, con il coinvolgimento diretto delle persone valutate.


5.1.5 Altri modelli internazionali

Stati Uniti

Struttura attuale:

  • Basata su un sistema decentralizzato che coinvolge agenzie federali, università, enti privati.

  • Fondamenta storiche: il rapporto Bush del 1945 ("Science—The Endless Frontier")​

Dati economici:

  • Spesa R&D totale 2022: 196,6 miliardi di dollari​

Distribuzione dei fondi per ricerca di base:

  • Università: 49% dei fondi.

  • Agenzie federali: 17%.

  • FFRDCs (Federally Funded Research and Development Centers): 15%​

Principali agenzie finanziatrici:

  • National Institutes of Health (NIH).

  • National Science Foundation (NSF).

  • Department of Defense (DOD).

  • Department of Energy (DOE)​

Tendenze recenti:

  • Lieve calo della quota federale sulla spesa totale di R&D (trend degli ultimi 20 anni)​

·        Espansione di settori strategici: scienze della vita, ingegneria, spazio, informatica​

·        Bilanciamento tra ricerca "curiosity-driven" e ricerca "mission-oriented" (esigenze nazionali)​

Problemi e sfide:

  • Burocrazia crescente nei processi di finanziamento.

  • Competizione elevata tra progetti.

  • Pressione sui tempi e sui risultati, rischiando un focus troppo a breve termine

 

Gli Stati Uniti affidano la spinta alla ricerca di base a un sistema più pluralistico, dove la componente privata e universitaria è fortemente integrata, mantenendo una maggiore libertà scientifica,  con assegnazioni basate su rigorosi processi di peer-review, ma affrontando sfide di efficienza e continuità del supporto federale.

Fonte: Fonte: NSF 24-321, 2024 – National Center for Science and Engineering Statistics

 

Cina

Evoluzione storica:

  • Prima del 1985: sistema di ricerca completamente pianificato.

  • Dal 1985: riforme di modernizzazione con introduzione della National Natural Science Foundation of China (NSFC).

  • Dal 2000: spostamento verso una ricerca di base strategica, orientata ai bisogni nazionali (es. semiconduttori, difesa tecnologica).

  • Dal 2014: razionalizzazione dei programmi in cinque piani principali.

Dati economici:

  • Investimento R&D:

    • 1991: 15,95 miliardi di yuan (≈ 2,06 miliardi di euro).

    • 2019: 2.214 trilioni di yuan (≈ 285 miliardi di euro)​

·        Numero di ricercatori: 1991: 3,18 milioni → 2019: 7,12 milioni​

Finanziamento ricerca di base:

  • 50,25% coperto dal governo centrale​

Struttura di finanziamento:

  • Fondi diretti principalmente a:

    • Università: 66,36%.

    • Istituti di ricerca nazionali: 33,47%​

Problemi e sfide:

  • Squilibri nella distribuzione dei fondi tra istituti e università.

  • Trasparenza limitata nell’assegnazione dei fondi.

  • Dipendenza da finanziamenti pubblici.

  • Difficoltà a produrre innovazioni radicali (poche scoperte di livello Nobel)​

 

La Cina concentra il controllo e il finanziamento nelle mani del governo centrale, con un focus crescente sulla ricerca strategica, ma paga in termini di trasparenza, indipendenza scientifica e innovazione radicale.

 

Fonte: Bai, Wu, Yang, 2021 – Frontiers in Research Metrics and Analytics

 

Corea del Sud

La Corea del Sud ha sviluppato un sistema di finanziamento della ricerca scientifica altamente strutturato e orientato a promuovere l'innovazione e la competitività tecnologica. Di seguito, una panoramica dei principali aspetti di questo sistema:

 

Struttura Istituzionale

Ministero della Scienza e ICT (MSIT): È l'ente governativo principale responsabile della pianificazione e del coordinamento delle politiche di ricerca e sviluppo (R&S) nel paese

National Research Foundation of Korea (NRF): Fondata nel 2009, la NRF è l'agenzia centrale per il finanziamento della ricerca. Gestisce programmi in vari ambiti, tra cui:

·        Ricerca di base in scienze e ingegneria

·        Scienze umane e sociali

·        Programmi R&S strategici nazionali

·        Ricerca accademica e finanziamento universitari

·        Cooperazione internazionale

Altre istituzioni chiave:

  • Institute for Basic Science (IBS): Fondato nel 2011, l'IBS si concentra sulla ricerca scientifica fondamentale e gestisce numerosi centri di ricerca in tutto il paese.

  • Korea Institute for Advancement of Technology (KIAT): Supporta l'innovazione tecnologica industriale e la cooperazione internazionale.

  • Institute for Information and Communications Technology Planning and Evaluation (IITP): Gestisce la pianificazione e la valutazione delle politiche R&S nel settore ICT.

 

Finanziamento della Ricerca

Bilancio R&S 2025: Il bilancio previsto per il 2025 è di 24,8 trilioni di won (circa 17 miliardi di euro), segnando un aumento significativo rispetto all'anno precedente.

Distribuzione dei fondi NRF (2023):

·        Ricerca accademica e finanziamento universitario: 2.071 milioni di dollari (32,2%)

·        Ricerca di base in scienze e ingegneria: 1.864 milioni di dollari (29,0%)

·        Scienze umane e sociali: 234 milioni di dollari (3,6%)

·        Cooperazione internazionale: 67 milioni di dollari (1,0%)

·        Altri settori: 159 milioni di dollari (2,5%)

 

Priorità Strategiche

La Corea del Sud ha identificato 12 industrie come "tecnologie strategiche nazionali", tra cui semiconduttori, biotecnologie, mobilità futura, batterie ricaricabili, intelligenza artificiale e aerospaziae.

Per sostenere queste industrie, è stato istituito un fondo politico da 50 trilioni di won (circa 34 miliardi di dollari) gestito dalla Korea Development Bank. Questo fondo fornirà prestiti a basso interesse e altri investimenti alle aziende nei prossimi cinque anni.

 

Cooperazione Internazionale

La Corea del Sud partecipa attivamente a programmi di ricerca internazionali, come Horizon Europe, e promuove collaborazioni bilaterali attraverso iniziative come la RIGHT Foundation, che supporta la ricerca sanitaria globale in partnership con aziende coreane e la Gates Foundaton.

 

Sfide Attuali

Nonostante gli investimenti significativi, la Corea del Sud affronta sfide come:

  • Disparità nella distribuzione dei finanziamenti tra istituzioni e discipline

  • Necessità di bilanciare la ricerca orientata al mercato con quella fondamentale

  • Pressione per ottenere risultati tangibili, come il riconoscimento internazionale attraverso premi Nobel.

Fonti: Ministero della Scienza e ICT. (2024, 5 marzo). Major R&D Budget for 2025 Set to Be KRW 24.8 Trillion, the Largest in History. https://www.msit.go.kr/eng/bbs/view.do?bbsSeqNo=42&mId=4&mPid=2&nttSeqNo=1018&pageIndex=2&sCode=eng&searchOpt=ALL&searchTxt=

National Research Foundation of Korea. (2023). NRF Budget. https://www.nrf.re.kr/eng/page/3ba17500-5bfd-4d59-ab1b-eb5e3239881a

Reuters. (2025, 5 marzo). South Korea prepares $34 bln fund for national strategic industries. https://www.reuters.com/markets/asia/south-korea-prepares-34-bln-fund-national-strategic-industries-2025-03-05/Wikipedia, l'enciclopedia libera+5Scribbr+5Wikipedia, l'enciclopedia libera+5

Korea.net. (2024). MSIT Accelerates Future Growth with a Transition to a Pioneering R&D System. https://www.korea.net/Government/Briefing-Room/Press-Releases/view?articleId=7582&insttCode=&type=O

Business Korea. (2024, 6 marzo). Korea's Science & ICT Ministry to Invest 6.32 Tril. Won in R&D in 2025. https://www.businesskorea.co.kr/news/articleView.html?idxno=232886

BioWorld. (2024, 6 marzo). South Korea ups 2025 health agency budget, biomedical R&D funds. https://www.bioworld.com/articles/716018-south-korea-ups-2025-health-agency-budget-biomedical-r-and-d-funds

Reuters. (2025, 14 aprile). South Korea unveils $23 billion support package for chips amid US tariff uncertainty. da https://www.reuters.com/technology/south-korea-unveils-23-billion-support-package-chips-amid-us-tariff-uncertainty-2025-04-14/

Global Trade Alert. (2025). Plan to establish KRW 50 trillion Advanced Strategic Industry Fund. https://globaltradealert.org/state-act/90725-republic-of-korea-establishment-of-a-usd-37-5-billion-strategic-industry-fund

Reuters. (2024, 9 aprile). South Korea to invest $7 billion in AI in bid to retain edge in chips. https://www.reuters.com/technology/south-korea-invest-7-bln-ai-bid-retain-edge-chips-2024-04-09/

Reuters. (2024, 26 novembre). South Korea to roll out $10 bln in loans next year to support chip industry.  https://www.reuters.com/technology/south-korea-roll-out-10-bln-loans-next-year-support-chip-industry-2024-11-26/

Reuters. (2024, 19 marzo). South Korea to provide $313 bln in loans to finance carbon offset projects.  https://www.reuters.com/sustainability/sustainable-finance-reporting/south-korea-provide-313-bln-loans-finance-carbon-offset-projects-2024-03-19/

Chosun Ilbo. (2025, 5 marzo). South Korea to launch $34 billion fund to boost semiconductor, AI sectors.  https://www.chosun.com/english/industry-en/2025/03/05/5GSK6LANBFEJRM757BHHZUCHUA/

 

 
Israele

Struttura attuale• Sistema trainato dal settore privato (il 93 % della spesa è eseguita da imprese) ma coordinato da Israel Innovation Authority (IIA), Israel Science Foundation (ISF) e Planning & Budgeting Committee (PBC).• Forte ruolo dei capitali esteri: nel 2022 hanno finanziato il 45,4 % del R&S civile; il comparto high-tech vale circa il 20 % del PIL e oltre la metà delle esportazioni. 

Fondamenta storiche• 1969: istituzione dell’Office of the Chief Scientist, antenato dell’IIA.• 1993: programma Yozma (100 M $ di fondi pubblici) catalizza l’industria del venture-capital israeliana.• 2016: l’OCS diventa Israel Innovation Authority con mandato ampliato alla crescita dell’ecosistema. 

Dati economici• Spesa R&S civile 2022: 118,2 mld NIS (~34 mld $), pari al 6,1 % del PIL – quota più alta dell’OCSE; nel 2023 è salita al 6,3 % pur calando dell’1,4 % in termini reali. 

Distribuzione dei fondi per ricerca di base• Università/Istituti (ISF, PBC): ~5,5 % della spesa eseguita.• Governo: 0,9 %.• Imprese: 93 % (concentrazione su sviluppo applicato).• Fonti di finanziamento 2022: Imprese 47,2 %, Estero 45,4 %, Governo 6,8 %.

Principali agenzie finanziatrici• Israel Innovation Authority – programmi incubatori, trasferimento tecnologico, Yozma 2.0.• Israel Science Foundation – grant competitivi per ricerca fondamentale.• Fondi bilaterali (es. U.S.–Israel Binational Science Foundation) e Ministero dell’Innovazione, Scienza e Tecnologia.

Tendenze recenti• Crescita dell’intensità di spesa (6 % → 6,3 % PIL) ma prima flessione reale dal 2012.• Avvio del programma nazionale per l’IA (250 M $ 2024-27) con costruzione del primo super-computer pubblico.• Focus su AI, cyber-security, climate-tech e life-science; sostegno straordinario alle start-up post-crisi 2023-24. 

Problemi e sfide• Dipendenza da investimenti esteri e volatilità geopolitica.• Sotto-finanziamento della ricerca fondamentale universitaria rispetto alla spesa privata.• Brain-drain e necessità di integrare popolazioni arabe e haredi nel sistema scientifico.

Israele mantiene un modello di “Start-Up Nation” in cui lo Stato agisce da catalizzatore e garante di rete, mentre il mercato – sostenuto da capitali stranieri – guida la maggior parte della spesa in R&S. Per restare ai vertici dell’innovazione, però, dovrà rafforzare il sostegno stabile alla scienza di base e ridurre la vulnerabilità a shock esterni.

Fonti: CBS https://www.cbs.gov.il/he/mediarelease/DocLib/2024/320/12_24_320e.pdf CBS https://www.cbs.gov.il/he/mediarelease/DocLib/2024/320/12_24_320e.pdf

Reuters https://www.reuters.com/world/middle-east/israel-tech-sector-accounts-20-economy-innovation-authority-says-2024-06-04/

Reuters https://www.reuters.com/technology/artificial-intelligence/israel-build-supercomputer-keep-pace-global-ai-race-2024-06-26/

OECD https://www.oecd.org/content/dam/oecd/en/publications/reports/2003/01/venture-capital-policies-in-israel_g17a1564/585780028400.pdfhttps://www.oecd.org/content/dam/oecd/en/data/datasets/main-science-and-technology-indicators/msti-highlights-march-2024.pdf


5.1.6 Cosa è il Principal Investigator

Il Principal Investigator (PI) è il ricercatore designato dall’organizzazione che riceve un finanziamento per assumere la responsabilità primaria della direzione scientifica e, dove previsto, anche gestionale di un progetto di ricerca: concepisce gli obiettivi, coordina il lavoro del team, gestisce (o co-gestisce) budget e risorse, e risponde direttamente all’ente finanziatore dei risultati e della conformità normativa del progetto.

Nei modelli anglosassoni e in ERC (European Research Council) il PI gestisce direttamente budget, personale e modifiche scientifiche, con margini rapidi di decisione. Negli Stati Uniti il PI è interlocutore ufficiale anche per gli aspetti finanziari; nel Regno Unito il “project lead” gode di analoga autonomia dentro il tetto del full economic costing. L’ERC, poi, cristallizza l’indipendenza del PI mediante il Supplementary Agreement e la portabilità del grant, che consente di spostare progetto e fondi in caso di opportunità migliore.

In Italia, pur adottando la terminologia di PI nei bandi PRIN e soprattutto nel nuovo Fondo Italiano per la Scienza (FIS)—esplicitamente “ispirato ai parametri ERC” (Ministero Università e Ricerca - https://www.mur.gov.it/sites/default/files/2024-11/Decreto%20Direttoriale%20n.%201802%20del%2021.11.2024.pdf) —l’autonomia resta compressa: il Ministero accredita le tranche di finanziamento solo alle amministrazioni ospitanti; il PI deve redigere relazioni e non può sottoscrivere contratti o movimentare i fondi senza il beneplacito amministrativo dell’ente. Questo rallenta assunzioni, acquisti e adattamenti del piano di ricerca rispetto ai colleghi europei e anglosassoni.

È sentita l’esigenza di un PI più autonomo? Sì. La stessa istituzione del FIS e la progressiva ERC-izzazione dei bandi nazionali testimoniano una domanda crescente di responsabilizzazione individuale: maggiore attrattività per talenti dall’estero, rapidità nelle decisioni di spesa, accountability diretta e allineamento ai framework europei. Senza un vero trasferimento di potestà gestionale al PI, il sistema rischia di non cogliere appieno i benefici di competitività e di eccellenza scientifica che l’esperienza internazionale dimostra.

Sistema di finanziamento

Status giuridico del PI

Gestione diretta dei fondi

Reclutamento team

Clausola di “portabilità” del grant

Riferimento

NIH – USA

PI è “individual with authority and responsibility to direct the project”

Sì: PI firma con l’Authorized Organization Representative ed è corresponsabile degli aspetti scientifici e finanziari

Il PI negozia assunzioni con l’ente ma resta interlocutore unico di NIH

UKRI – Regno Unito

“Project Lead” (Je-S: PI) titolare di leadership intellettuale e gestionale

Sì, nell’ambito del modello Full-Economic-Costing

Può selezionare co-lead e staff con procedure snelle dell’ente

ERC – Unione Europea

PI è ricercatore indipendente con responsabilità scientifica; firma un Supplementary Agreement con l’host

Sì: il budget è negoziato dal PI, che può rimodularlo durante il progetto

Libera scelta del personale (tenendo conto delle regole nazionali)

Sì, piena grant portability fra host 

Italia (PRIN, FIS)

PI definito come “coordinatore scientifico”; l’ente è beneficiario giuridico

No: i fondi vengono erogati agli atenei/enti e il PI invia solo report bimestrali

Reclutamento soggetto a procedure dell’ente e vincoli di legge

Portabilità limitata e comunque subordinata a MUR 

 


5.1.7 MEPA e Ricerca Scientifica: quando anche la digitalizzazione diventa ostacolo burocratico

 

La ricerca scientifica italiana, già sottoposta a pressioni di competitività globale, rischia una paralisi a causa di un’applicazione burocratica e rigida degli strumenti di digitalizzazione negli acquisti. In particolare, l'obbligo generalizzato di utilizzare il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MEPA), introdotto con il nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 36/2023), sta mostrando pesanti limiti operativi che compromettono seriamente il funzionamento dei laboratori e la gestione dei fondi di ricerca.

L'articolo pubblicato su Scienza in Rete da Michele De Luca, Anna Rubartelli, Federico Binda e Valeria Poli (2024 - https://www.scienzainrete.it/articolo/sos-ricerca-acquista-o-muori-problemi-dellobbligo-di-uso-della-piattaforma-mepa/michele-de), denuncia come l'obbligo di ricorrere al MEPA generi ritardi eccessivi negli approvvigionamenti indispensabili ai progetti di ricerca. Questo problema emerge soprattutto quando gli acquisti riguardano beni altamente specializzati e forniti da un unico venditore, spesso straniero e non registrato sulla piattaforma. Questi ritardi hanno già prodotto blocchi operativi, perdita di opportunità scientifiche, e rischiano di costringere le istituzioni a restituire fondi non utilizzati, tra cui risorse cruciali provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Non si tratta di una criticità recente, ma del culmine di un processo iniziato nel 2006 con l'introduzione obbligatoria del MePA nella Finanziaria per il 2007. Nonostante ripetute segnalazioni e raccomandazioni contrarie da parte di organismi accademici e istituzionali, come il Consiglio Universitario Nazionale già nel 2014, la digitalizzazione degli acquisti non è mai stata adattata alla realtà della ricerca, mantenendo un’impostazione burocratica e formalista più vicina a quella della normale Pubblica Amministrazione piuttosto che alle esigenze flessibili e rapide della scienza.

Una breve parentesi nel 2019 (D.L. 126/2019) aveva introdotto la possibilità per enti di ricerca e università di derogare al MEPA per acquisti altamente specializzati, previa dichiarazione di unicità. Tuttavia, tale flessibilità è stata soppressa dalla riforma del Codice degli Appalti del 2023, riassoggettando anche la ricerca scientifica alle rigide logiche burocratiche del MEPA.

ree

Fonte: Gruppo Facebook ASN, ANVUR e questioni varie nell'Università in italia e nel mondo

L’attuale governo, guidato da Giorgia Meloni con Anna Maria Bernini all’Università e Paolo Zangrillo alla Pubblica Amministrazione, si è limitato a interventi correttivi minori, come proroghe tecniche per piccoli affidamenti, senza affrontare il cuore del problema: l'incompatibilità strutturale tra il MEPA e le esigenze reali della ricerca.

Il problema non risiede nella digitalizzazione in sé, ma nella maniera in cui viene applicata. Digitalizzare senza considerare le peculiarità del settore e senza coinvolgere chi opera concretamente sul campo genera inevitabilmente inefficienza. Al contrario, una gestione equilibrata della transizione digitale dovrebbe partire proprio dall’ascolto delle esigenze degli utenti finali, in questo caso i ricercatori, puntando a creare strumenti digitali snelli, funzionali e flessibili.

Confronto internazionale (procedure di acquisto per la ricerca)

Paese

Strumento / soglia chiave

Perché è più agile

Fonti (URL dirette)

Germania

Acquisto diretto ≤ €5.000 per dipartimento; procedura semplificata (3 preventivi) ≤ €100.000; deroga "unicità tecnica" (§14 c.3 n.2 VgV)

I laboratori ordinano fino a €5k con P‑card interna in 24‑72 h; sopra si richiedono solo tre offerte, senza piattaforme nazionali obbligatorie

Francia

Marché sans publicité ≤ €40.000 HT (art. R2122‑8); deroga R&S per contratti di ricerca/sperimentazione (art. R2122‑11)

I centri CNRS/INSERM comprano reagenti e strumentazione di nicchia sotto soglia in pochi giorni; per R&D la trattativa diretta sostituisce la gara

Paesi Bassi

Recepiscono art. 14 Dir. 2014/24/UE: esenzione per servizi R&D; soglia speciale €750.000 per università

Le università (es. TU Delft) negoziano contratti R&D senza pubblicazione europea; sotto soglia UE usano 1‑3 offerte, senza portale statale unico

Stati Uniti

Micro‑purchase ≤ $10.000 (FAR Part 13 & 2 CFR §200.320); Simplified Acquisition ≤ $250.000; Other Transaction Agreements (OTA) per prototipi; delega ai Principal Investigator con P‑card

I PI possono acquistare direttamente fino a $10k su carta universitaria; gli OTA riducono il ciclo medio di aggiudicazione R&D a ≈ 100 giorni vs 12‑24 mesi di un contratto FAR

1. FAR Part 13: https://www.acquisition.gov/far/part-13  2. 2 CFR §200.320: https://www.ecfr.gov/current/title-2/section-200.320  3. FAR Part 35 (R&D): https://www.acquisition.gov/far/part-35  4. Univ. of California BUS‑43 (P‑card policy):

https://policy.ucop.edu/doc/3220485/BFB-BUS-43   5. CRS R47033 “Department of Defense OTA Authority” (2023): https://crsreports.congress.gov/product/pdf/R/R47033

Cosa insegna il confronto

  • Tutti i Paesi analizzati prevedono deroghe esplicite o soglie elevate che consentono agli enti di ricerca acquisti rapidi senza passare da piattaforme uniche nazionali.

  • Negli Stati Uniti la delegazione diretta ai Principal Investigator (PI) con carte d’acquisto entro $10k è una leva di autonomia che l’Italia non prevede.

  • Reintrodurre in Italia una deroga mirata per “unicità scientifica” riporterebbe il sistema ai livelli di flessibilità osservati nei partner europei e statunitensi, garantendo trasparenza ma evitando blocchi ai progetti.


5.2 Sostenibilità del lavoro dei ricercatori

5.2.1 Italia

*   Struttura contrattuale attuale: Contratti di Ricerca, Ricercatori Tenure Track, Professori Associati, Professori Ordinari

Contratto di Ricerca

(Art. 22, Legge 240/2010 riformato)

  • Sostituisce l’assegno di ricerca

  • Contratto di lavoro subordinato a tempo determinato

  • Durata: massimo 2 anni, rinnovabile una sola volta

  • Finalità: partecipazione a progetti di ricerca

  • Non prevede sbocco verso la carriera accademica

  • Garantisce piena copertura previdenziale e assicurativa (INPS)

  • Retribuzione: non inferiore a quella del ricercatore a tempo definito, come previsto dal CCNL Istruzione e Ricerca

Ricercatore Tenure Track (RTT)

(Art. 24, Legge 240/2010 modificato)

  • Sostituisce le figure di RTD-A e RTD-B

  • Contratto di lavoro subordinato a tempo determinato

  • Durata: sei anni, non rinnovabile

  • Finalità: percorso verso il ruolo di professore associato

  • Condizioni per la stabilizzazione:

    • Valutazione positiva da parte dell’ateneo

    • Possesso dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN)

    • Disponibilità di un posto nel piano triennale dell’ateneo

  • Retribuzione: almeno pari a quella del ricercatore confermato a tempo pieno, incrementabile fino al 30% su decisione dell’ateneo

    Tabella Prospetto tipologie contrattuali

Tipologia

Status

Durata

Netto mensile

Costo per l’ente

Tutele e diritti

Assegno di ricerca

Superato

1 anno

€1.425

€23.889

Nessuna tutela piena

Contratto di ricerca (L. 79/2022)

Attuale

2 anni

€1.770

€39.943

Lavoro subordinato, piena tutela

Ricercatore TD tipo A (RTDa)

Superato (con eccezione di aree PNRR fino al 2015)

3 anni

Variabile

Elevato

Senza sbocco stabilizzante

Ricercatore Tenure Track (RTT)

Attuale

max 6 anni

~€2.000+

Alto

Con sbocco all’associatura

Nuove figure del DDL 1240 (post-doc, borse, adjunct)

Proposte e accantonate

1–3 anni

N/A

Variabile

Precarie, senza continuità

*   Precarietà: Alta percentuale di contratti a tempo determinato e contratti di ricerca

*   Durata media precariato: 7-9 anni prima di posizioni stabili

*   Previsioni PNRR: 15.000 nuovi ricercatori entro 2026

Fonte: ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani. (2022). "VIII Indagine ADI su Dottorato e Post-Doc". https://dottorato.it/content/viii-indagine-adi-su-dottorato-e-post-doc


Il tentativo di Disegno di Legge A.S. 1240/2024 della Ministro Gelmini Il Disegno di Legge Bernini (DDL A.S. 1240), presentato nel settembre 2024, mirava – ufficialmente – a “valorizzare la ricerca” e ridefinire il preruolo universitario, ossia la fase tra il dottorato e l’eventuale accesso al ruolo di professore associato.

Tuttavia, secondo la memoria critica dell’ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia), presentata il 26 novembre 2024 in Senato, il disegno di legge:

  • tradiva la riforma del 2022, che aveva introdotto due sole figure:

    • il contratto di ricerca (subordinato, biennale, con tutele);

    • il ricercatore tenure-track (RTT) (sessennale, con accesso alla fascia associata);

  • reintroduceva nuove figure precarie, peggiorative rispetto alle abolite, come:

    • Contratto post-doc (art. 22-bis)

    • Borse di assistenza alla ricerca junior e senior (art. 22-ter)

    • Adjunct Professor (art. 22-quater)

Queste nuove figure erano meno tutelate, peggio retribuite e prive di meccanismi automatici di stabilizzazione. Secondo ADI, avrebbero diluito la portata della riforma e prolungato il precariato fino a 20 anni, minando le regole minime introdotte dalla legge 79/2022. Il disegno di legge è stato per ora accantonato.


5.2.2 Confronto internazionale


Tabella. Retribuzioni annue medie dei ricercatori post-dottorato e professori universitari (in euro):

Paese

Post-dottorato (€)

Professore universitario (€)

Germania

50.000-70.000

> 100.000

Francia

35.000-45.000

60.000-80.000

Regno Unito*

30.000-40.000 (£)

60.000-100.000 (£)

Italia

25.000-35.000

50.000-70.000

Olanda

45.000-55.000

70.000-100.000

*Nota: Regno Unito in sterline (£), costo della vita significativamente alto, specialmente a Londra​ Fonte: Emilio Fortunato Campana, "Ricerca italiana: poco pagata, molto citata. Il confronto con l’Europa": https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/ricerca-italiana-poco-pagata-molto-citata-il-confronto-con-leuropa/



6. ECOSISTEMA ECONOMICO E RICERCA UNIVERSITARIA

6.1 Realtà italiana e interfaccia con l'industria


Tabella - La situazione italiana secondo gli indicatori internazionali

Documento

Fonte / Anno

Settore qualificante

Posizionamento / Giudizio Italia

Link

European Innovation Scoreboard 2024 – Country Profile Italy

EC – Luglio 2024

Indice composito; linkages

Moderate Innovator

– 89,6 % della media UE (20º/27)





– Stagnazione negli ultimi 3 anni; ~10 pp di gap rispetto a “Strong Innovators”; integrazione università–impresa ancora debole





Global Innovation Index 2024 – Economy Profile Italy

WIPO – Settembre 2024

Indice composito

26º su 133 economie

– Input rank 34º; Output rank 18º





– Output relativamente efficiente ma dipendenza elevata dall’ambiente accademico; attrattività di investimenti privati insufficiente





Science and Engineering Indicators – RD-9 (Cross-national R&D)

NSF – Settembre 2023

Investimenti in R&S

GERD-to-GDP: 1,45 % (2021) vs UE-27 2,16 % e USA 3,46 %

– Spesa R&S ferma da 5 anni, sotto la metà della media UE; rischio di erosione della capacità competitiva della ricerca universitaria





EPO Patent Index 2023

EPO – Gennaio 2024

Proprietà intellettuale

5 053 domande EPO (5º in UE), +3,8 % YoY

– Crescita modesta; al di sotto di Germania e Francia per brevetti triadici; frammentazione territoriale e poche PMI scalabili





UNESCO Science Report 2021

UNESCO – Giugno 2021

Impatti e finanziamento R&S di base

Share industria su ricerca di base: 22 % vs USA 30 % e CH 42 %

– Scarso coinvolgimento delle imprese nelle prime fasi di ricerca; modello di trasferimento tecnologico ancora immaturo





6.2 AI e la rincorsa a USA e Cina

Gli investimenti per essere competitivi in AI richiedono risorse economiche di ordine di grandezza fuori scala per la dimensione nazionale italiana. E’ uno dei casi nei quali maggiore sinergia europea è inevitabile.

Tabella – Investimenti privati globali in AI per area geografica, 2024

ree

Dati: United States 109.08, China 9.29, United Kingdom 4.52, Sweden 4.34, Canada 2.89, France 2.62, Germany 1.97, United Arab Emirates 1.77, Austria 1.51, Israel 1.36, South Korea 1.33, India 1.16, Netherlands 1.09, Japan 0.93, Italy 0.86.

Fonte: Quid, 2024 da 2025 AI Index Report di prodotto da Stanford Institute for Human-Centered AI (HAI) e Quid, 2024 https://hai.stanford.edu/ai-index/2025-ai-index-report

 

Tabella - Spesa pubblica per contratti legati all'IA in alcuni paesi, 2013–2023 (somma)
ree

Dati: Stati Uniti 5.233,10, Regno Unito 568,48, Germania 278,07, Francia 190,10, Spagna 99,71, Belgio 83,54, Danimarca 74,40, Finlandia 71,25, Polonia 55,92, Grecia 50,02, Romania 46,37, Italia 44,30, Repubblica Ceca 40,71, Ungheria 36,56, Irlanda 29,42

Fonte: 2025 AI Index Report https://hai.stanford.edu/ai-index/2025-ai-index-report


6.2.1 AI ACT e Investimenti

L’Unione Europea sta costruendo un “ecosistema AI” che combina regole, governance, capitale e infrastrutture per competere con USA e Cina.

AI Continent Action Plan

·        € 200 miliardi per potenziare lo sviluppo dell’IA in Europa »

  • include InvestAI (fondo a strati che attrae capitali privati)

  • € 20 mld per costruire fino a 5 “AI gigafactories” con 100 000 GPU ciascuna

Norme e governance: AI Act (approvato 21 maggio 2024), AI Office operativo dal 2024.

Prossime tappe: Apply AI Strategy (adozione industriale), Cloud & AI Development Act (triplicare i data-centre).

Tabella – L’AI Continent Action Plan comparator con USA e CINA

Paese/Blocco

Pacchetto pubblico principale

Valore nominale*

Scopo dichiarato

Estratto

Fonte

Unione Europea

AI Continent + InvestAI (2025-2030)

€ 200 mld (~$ 215 mld)

Gigafactory, supercomputer, talenti

«€ 200 billion to boost AI development»

 

 

€ 20 mld

5 AI gigafactories

«€ 20 billion … up to five AI gigafactories»

 

Stati Uniti

CHIPS and Science Act (2022-2032)

$ 52.7 mld sussidi + 25 % tax-credit (≈ $ 24 mld)

Produzione e R&D di semiconduttori (hardware per IA)

«provide $52.7 billion in subsidies»

 

 

$ 200 mld autorizzati per ricerca scientifica

Ricerca avanzata (IA compresa)

«authorizes $200 billion over 10 years to boost U.S. scientific research»

 

 

$ 11 mld (National Semiconductor Technology Center, 2024)

R&S su chip AI

«plan to spend $ 11 billion on semiconductor-related R&D»

Cina

Fondo nazionale di venture capital (annuncio 6 mar 2025)

¥ 1 trilione (≈ $ 138 mld)

Startup “hard-tech” con focus IA, quantum, idrogeno

«will mobilize 1 trillion yuan ($ 138 billion) to support technology startups»

 

6.3 Venture Capital

 

Metriche

Italia (2023)

Unione Europea (2023)

Cina (2023)

USA (2023)

Investimenti VC totali

Variazione YoY vs 2022

Principali settori finanziati

ICT 43 %, biotech & healthcare 24 %, energy/environment 9 %(https://www.liuc.it/wp-content/uploads/VeM_ITA_2024.pdf)

Software $66,6 mld; Comm. Prod. & Serv. $27,5 mld; Pharma & Biotech $21,4 mld(https://nvca.org/wp-content/uploads/2024/05/2024-NVCA-Yearbook.pdf)





Continua nella parte 2





ree

© Andrea Massaroni 2025. Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale






bottom of page